L’acqua San Pellegrino viene a volte definita “lo Champagne delle acqua minerali”. L’azienda nasce più di 100 anni fa, nel 1899, ma la storia della fonte San Pellegrino è ancora più antica.
San Pellegrino: una storia antica
Anche se la storia del marchio San Pellegrino inizia nel 1899, più di 100 anni fa, quella della fonte da cui prende il nome va ancora più indietro nel tempo. Le proprietà di queste acque erano conosciute fin dal 1700 e attiravano le attenzioni di tutta la nobiltà europea. Al punto che nel 1760 venne aperta una struttura a pagamento con attrezzature di svariato tipo per fruire dei benefici di quelle acque. Nel 1842, poi, parte dei diritti sulla zona vengono ceduti a terzi e viene data così vita al vero e proprio stabilimento termale.
È nel 1899 che l’avvocato milanese Cesare Mazzoni fonda la Società Anonima delle Terme di San Pellegrino, nome che verrà mantenuto fino al 1970. Da lì il resto è una storia di crescita, successi e una volontà tale da far sì che l’azienda riesca a sopravvivere a due guerre mondiali e la varie tensioni europee. Fino a diventare, ai giorni nostri, un nome presente in 153 paesi del mondo.
Il casinò, le terme e il Grand Hotel
Nel 1900 la San Pellegrino viene quotata in borsa, ma non è solo questo a rendere grande quest’azienda. Tra il 1901 e il 1906, per mantenere e accrescere l’immagine di quest’acqua, viene data vita a un nuovo impianto termale, con l’aggiunta dell’apertura del Grand Hotel e il casinò. La struttura, commissionata dalla società omonima delle Terme all’architetto Romolo Squadrelli nel pieno della Belle Epoque, è un elegante esempio di architettura stile liberty. Nobiltà, diplomatici, ministri, personalità importanti da tutto il mondo accorrono verso queste nuove strutture, attirate dalla fama delle acque e la bellezza e comodità proposte. Il nome San Pellegrino cresce, arrivando fin oltre i confini europei, spinto da queste grandiose opere, fino a raggiungere Sidney e Shangai nel 1908.
L’innovazione di Ezio Granelli e l’aranciata San Pellegrino
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1918, muore Cesare Mazzoni e l’azienda si trova a dover sopportare diverse difficoltà che danno vita a un periodo di declino. Periodo che dura fino al 1924, con l’arrivo di Ezio Granelli. Da rappresentante farmaceutico Granelli fa fortuna grazie al brevetto della “Magnesia San Pellegrino”, tanto da poter comprare la società. Con una nuova guida l’azienda viene spinta verso un mondo fatto di innovazione, ricerca e sperimentazione. Dopo il rinnovamento interno a ridare successo al nome è l’impianto agrumario e, per essere precisi, i soft drink e l’aranciata. Questo le permette di imporsi come primo produttore italiano e crescere ancora a livello europeo e mondiale.
Nel 1932 viene presentato questo nuovo prodotto, l’aranciata, alla fiera campionaria di Milano. In soli tre anni il capitale della compagnia raddoppia. In onore dei suoi 50 la compagnia lancia altre bibite simili e, poco dopo, il famoso chinotto. Poco tempo dopo sarà il genero di Granelli a dare vita a un altro prodotto iconico: il Bitter San Pellegrino.
Un nome italiano e mondiale con più di 100 anni
Ora la San Pellegrino è stata assorbita dalla Nestlé, ma questo non ha influito sulla qualità o il nome. La compagnia esporta in oltre 150 paesi e punta a espandersi fino al mercato orientale e cinese. Il nome rimane sinonimo di bontà e storicità e nel 1999, per festeggiare i suoi 100 anni, l’azienda dà vita a un calendario di eventi che si conclude in spettacolo. Al Teatro La Scala di Milano il maestro Riccardo Muti dirige, davanti a 2000 ospiti esteri e italiani, il Don Giovanni di Mozart. Si celebra, così, un nome che da oltre un secolo punta su un immaginario quasi da favola e che porta nel cuore lo splendore di quel luminoso periodo conosciuto come la Belle Epoque.